In un momento di crisi italiana e mondiale in tutti i settori della nostra vita, sembra difficile ricordare e celebrare le date della nostra Nazione. Eppure, è proprio ora che queste date e ciò che rappresentano per la comunità, diventano importanti, come àncore, rocce cui appoggiarci. A chi dare ascolto per celebrare la Festa delle Forze Armate e dell’Unità Nazionale?
Ad una voce sommessa che, senza grida e senza retorica, parla ancora ai cuori e alle menti di tutti i popoli: basta sangue che oggi si versa in tutti gli angoli del mondo, sangue di oppressi e di oppressori, di civili e di soldati. Basta con guerre prima combattute con i fucili, e oggi con la finanza e l’economia. Basta con uno sfruttamento senza precedenti delle risorse della terra. Basta con la fame, la violenza, le malattie dei Paesi sottosviluppati. Basta con i morti per il nostro “benessere”, con i morti sul lavoro. Basta con i suicidi di chi non vede più futuro. Questo ci chiedono i Caduti di tutte le Guerre: non è questo il mondo per il quale abbiamo preso le armi, combattuto e perso la vita, il mondo più bello e più giusto che volevamo lasciare ai figli e ai nipoti. Da quell’esempio, troviamo forza e ragione per continuare a credere nella nostra fatica di oggi, ricordando il loro sacrificio di un tempo. L’onestà, la lealtà, la solidarietà non possono, non devono essere solo parole da affermare, ma esempi da vivere, sempre, ogni giorno anche quando ci è scomodo, quando magari significa rifiutare una raccomandazione offerta, una via facile, un compromesso. E’ l’esempio il vero motore del cambiamento dentro di noi e con gli altri. I Caduti di ogni guerra, antica e attuale, non erano super uomini, ma giovani, uomini e donne come noi, che, a volte senza neanche il tempo di riflettere e deciderlo sono diventati eroi.
ASCOLTIAMO IL LORO ESEMPIO DI VITA CHE HA SUPERATO LA MORTE PROPRIO PERCHE’ LI RICORDIAMO. LA VERA MORTE E’ DIMENTICARLI!
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Sono andato soldato per difendere una patria che ho sempre amato. Al fronte, uomini e giovani combattevano per un fine, per un ideale. Vite spezzate, vite distrutte. Anch'io ho pianto e sparato, amato e odiato. Ero giovane, fiero e bello; ma son tornato stanco e affaticato. Un bacio in fronte a mamma che mi aspettava e un bacio appassionato all'amore che non mi ha lasciato. Giulia, alzando gli occhi al ciel, mi dice: "E' arrivata alfin la pace..." "Pace sì...ma la guerra mi ha lasciato il ricordo di chi se n'è andato!"
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